mercoledì 16 aprile 2008

Nel mio approccio ad uno studio più specifico dell'informatica, ho capito essere materia molto difficile se il punto di partenza è quello prettamente teorico; io iniziando subito dalla pratica anche in modo abbastanza intuitivo ho avuto un impressione molto positiva dell'utilità del computer e di tutti i sistemi ad esso collegati.
Leggendo il materiale messo a disposizione per l'esame di informatica, ho preso coscienza del fatto di non sapere veramente niente del linguaggio specifico della materia, logicamente.
Apparte questo sono stata attirata e incuriosita dal calcolo distribuito che da quanto ho capito è una delle nuove e innovative applicazioni offerte da internet che ha consentito a degli scienziati di decodificare dati radioastronomici dello spazio senza avere neppure un supercomputer.
Hanno utilizzato il tempo libero di una quantità sterminata di personal computer connessi ad internet per la decodifica attraverso programma di una quantità smisurata di dati acquisiti continuamente da radiotelescopi sparsi per il mondo.
L'idea di fondo dalla quale sono partiti questi scienziati sta nell'utilizzare completamente il computer dal suo momento di accensione, considerando anche che, mediamente è stato calcolato che effettivamente il tempo di utilizzo di un computer è del 5% si è pensato quindi di utilizzare il tempo in cui la CPU è attiva ma esegue cicli a vuoto...che risulta essere veramente molto!
Questo è sicuramente un modo che soddisfa parzialmente la fame di calcolo esistente, alimentata da progetti di interesse scientifico e tecnologico.
Queste iniziative hanno avuto successo ed hanno permesso di erogare una potenza analoga a quella di un supercomputer di milioni di euro, è quindi lodevole e apprezzabile partecipare a questi progetti, sfruttando in fondo energia che altrimenti andrebbe perduta, a beneficio del bene comune.
Si può contribuire a vari progetti di interesse veramente variegato e disparato, da progetti finanziari, di matematica, arte e scienze.